Una vettura del brand Volkswagen ha creato un vero polverone. L’azienda si affretta a capire che cosa è successo prima che sia troppo tardi.
Può capitare che una vettura abbia un malfunzionamento e perfino che causi la morte degli occupanti che ha a bordo. Nel caso delle automobili elettriche, però, la lente di giornalisti ed investigatori è sempre puntata su queste vetture che fin dall’inizio della loro “carriera” hanno evidenziato una pericolosa tendenza a bruciare con maggiore intensità rispetto alle automobili a motore termico.
L’ultimo caso di questo tipo riguarda una vettura sperimentale del marchio Volkswagen che proprio in Italia ha dato vita ad un terribile rogo, costato la vita a due persone. Il caso è stato talmente sentito, anche per il fatto che ha causato ben due vittime in pochi secondi, da scatenare un’indagine che, adesso, si avvia alla sua conclusione, ora che le cause dell’incendio sembrano essere state chiarite definitivamente.
Le vetture elettriche sono dotate di batterie che, se sottoposte ad un brusco stress o semplicemente in caso di incidente molto grave, possono effettivamente prendere fuoco in modo rapido e pericoloso. Un problema che esclude comunque la combustione spontanea come causa, come credevano molti acquirenti quando i primi modelli sono arrivati in Italia; anche in questo caso, sembra che la ragione alla base dell’incendio sia ben chiara.
Rogo a Napoli: protagonista Volkswagen, c’entra la batteria
Il 23 giugno dello scorso anno sulla Tangenziale di Napoli è scoppiato un rogo in cui sono morti due ricercatori, Maria Vittoria Prati di 66 anni e Fulvio Filace, 25 anni; i due stavano conducendo una vettura di marchio Volkswagen frutto di una ricerca sulle vetture elettriche. Sembra sia stato proprio il componente più importante del mezzo a causare il disastro.
Nel corso di circa un anno, le indagini hanno rivelato che la vettura, una VW Polo proprietà dell’Istituto motori del Cnr parte del progetto Life Save per cercare sistemi di propulsione green e dotata di un motore ibrido con diesel e una batteria al litio, potrebbe aver montato una batteria difettosa. Sarebbe stata proprio la batteria al litio in auto, quindi, a scatenare il rogo in seguito probabilmente ad un guasto improvviso ed imprevedibile.
Il rogo dell’auto non ha lasciato scampo ai due ricercatori a bordo e, solo per puro miracolo, non si è esteso ad altre auto scatenando quella che poteva diventare una vera ecatombe. Adesso, dopo l’analisi del perito incaricato che ha rivelato la causa dell’incendio, spetta alla difesa degli indagati – sei in tutto – scegliere che cosa fare di questa informazione e come procedere in tribunale.