Tensione nel settore dei taxi: una grande cooperativa romana si trova al centro di una bufera. Multe salate e accuse di pratiche scorrette scuotono il mondo dei tassisti.
Il mondo dei taxi è in fermento. Una notizia ha scosso l’intero settore, mettendo in luce problemi che da tempo covavano sotto la superficie. Si parla di regole non rispettate, di concorrenza limitata e di decisioni che hanno fatto storcere il naso a molti. Ma cosa sta succedendo davvero? Perché c’è tanta agitazione tra i tassisti? E soprattutto, quali potrebbero essere le conseguenze per chi usa i taxi tutti i giorni?
La vicenda coinvolge una delle più grandi cooperative di taxi in Italia, con sede a Roma. Si tratta di un colosso del settore, che gestisce migliaia di chiamate ogni giorno e dà lavoro a tantissimi tassisti. Ma non tutto sembra andare per il verso giusto. C’è chi punta il dito contro alcune pratiche della cooperativa, accusandola di limitare la libertà dei suoi membri e di ostacolare la concorrenza.
La multa che fa tremare il settore
L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, meglio nota come Antitrust, ha deciso di intervenire con mano pesante. Ha inflitto una multa di oltre 140 mila euro alla cooperativa RadioTaxi 3750 di Roma. Il motivo? Non aver rispettato un provvedimento del 2018 che mirava a promuovere una maggiore concorrenza tra i tassisti.
Ma non è tutto. L’Antitrust ha anche stabilito una penalità giornaliera di 214,40 euro, che continuerà ad accumularsi finché la cooperativa non si adeguerà alle richieste. È come se ogni giorno cadesse una goccia in un secchio: prima o poi, il secchio si riempirà.
Il cuore del problema sta nelle regole imposte dalla cooperativa ai suoi membri. Secondo l’Antitrust, RadioTaxi 3750 obbligava i suoi tassisti a usare solo una certa piattaforma, chiamata ItTaxi, per le corse extra. Questo significava che i tassisti non potevano scegliere liberamente altri servizi o app per trovare clienti aggiuntivi.
L’Antitrust ha giudicato questa pratica come un ostacolo alla libera concorrenza. Secondo l’autorità, dovrebbero essere i singoli tassisti a decidere quali piattaforme usare per le corse extra, non la cooperativa. È come se un ristorante dicesse ai suoi camerieri che possono lavorare solo in quel locale, vietando loro di fare qualche serata extra in altri posti.
Questa decisione potrebbe avere effetti importanti sul modo in cui funziona il servizio taxi a Roma e, forse, in altre città. Potrebbe significare più scelta per i tassisti, che potrebbero usare diverse app o servizi per trovare clienti. Per i passeggeri, potrebbe tradursi in tempi di attesa più brevi e, magari, tariffe più competitive.
La cooperativa RadioTaxi 3750 non ha ancora risposto ufficialmente a queste accuse. Ma è chiaro che la situazione è tesa. Con oltre 3.700 tassisti solo a Roma e più di 30.000 chiamate gestite ogni giorno, le decisioni prese in questa vicenda avranno un impatto enorme.