Un fulmine a ciel sereno colpisce il colosso automobilistico. Cosa sta succedendo e quali saranno le conseguenze di questa inaspettata decisione?
Il mondo dell’automotive è in fermento. Stellantis si trova ad affrontare una nuova e inaspettata difficoltà, il gigante europeo vive una storia di cambiamenti epocali, strategie aziendali in evoluzione e una corsa verso un futuro più sostenibile che sta ridisegnando i confini tra settori un tempo ben definiti.
In un’epoca in cui la mobilità elettrica e la gestione intelligente delle flotte sono diventate priorità assolute, anche le aziende più tradizionali stanno ripensando il loro approccio ai trasporti. Le onde si propagano in tutto il settore automobilistico, colpendo persino i colossi che sembravano intoccabili. Quali saranno le ripercussioni per Stellantis e per il futuro della mobilità aziendale in Italia, resta una questione da vedere
Il 20 agosto 2024 segna una data che potrebbe entrare nei libri di storia dell’industria automobilistica italiana. Poste Italiane, il gigante delle consegne con la flotta più grande d’Europa, ha annunciato ufficialmente la fine della sua collaborazione con Stellantis.
La flotta di Poste Italiane, un vero e proprio esercito su ruote composto da oltre 30.500 veicoli, non sarà più gestita da società di noleggio legate a Stellantis. Questo parco mezzi, che comprende 21.100 auto, 6.200 tricicli, 600 quadricicli e 2.600 motorini, passerà sotto il controllo diretto di Poste Italiane attraverso una nuova società creata ad hoc: PosteGo S.p.A.
La ragione sta nella volontà di Poste Italiane di accelerare la transizione verso una mobilità a zero emissioni. Anche il colosso postale ha deciso di cavalcare l’onda dell’elettrificazione. Con PosteGo, Poste Italiane ha già messo in strada 6.000 veicoli elettrici, e questo è solo l’inizio di una rivoluzione verde che promette di trasformare radicalmente il volto della logistica italiana.
Per Stellantis, tuttavia, questa notizia arriva come l’ennesima tegola in un periodo già difficile. Il gruppo automobilistico, nato dalla fusione tra FCA e PSA, si trova a dover affrontare critiche e sfide su più fronti. Dai sindacati americani a quelli italiani, la gestione dell’amministratore delegato Carlos Tavares è sotto il fuoco incrociato delle critiche. Le accuse di “pessima gestione”, i tagli ai posti di lavoro e lo spostamento della produzione verso paesi più convenienti stanno mettendo a dura prova l’immagine e la stabilità del gruppo.
In questo contesto, la perdita di un cliente importante come Poste Italiane non fa che aggiungere pressione su un’azienda già in difficoltà. I risultati finanziari deludenti dei primi sei mesi del 2024 hanno evidenziato la necessità di un cambio di passo, ma la strada per il rilancio sembra sempre più in salita.
La decisione di Poste Italiane potrebbe essere il segnale di un cambiamento più ampio nel settore della mobilità aziendale. Se altre grandi aziende seguiranno l’esempio, internalizzando la gestione delle proprie flotte e puntando sull’elettrificazione, il panorama dell’automotive potrebbe subire una trasformazione radicale nei prossimi anni.
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