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Stellantis, nuovi guai in italia: stop alla produzione nello stabilimento, proteste tra i lavoratori

Continuano i guai per il gruppo Stellantis, e l’Italia non può certo sorridere. L’ultima notizia è una mazzata per i lavoratori.

Per il gruppo Stellantis non è una grande annata, e questo lo si era capitato già dalle indiscrezioni trapelate negli ultimi mesi. Conclusosi il mese di giugno, la holding multinazionale olandese ha reso noti i dati relativi al primo semestre del 2024, chiuso in rosso. Gli utili netti si attestano a 5,6 miliardi di euro, in calo del 48% se paragonati allo scorso anno, un dato che fa già accapponare la pelle.

Stellantis brutte notizie – Tuttipazziperilmotorsport.it

Uno dei motivi sta nel flop negli USA, dove c’è stato solamente un 18% di spedizioni, pochissimo per un mercato così importante. I ricavi netti sono stati pari ad 8,5 miliardi di euro, in calo di 5,7 miliardi rispetto ai primi sei mesi del 2023. Dunque, per Stellantis è allarme rosso, ed il CEO Carlos Tavares ha iniziato anche a parlare di una possibile cessione dei marchi che non portano profitti, e la Maserati è uno di quelli. Problemi seri anche per i lavoratori italiani, che devono fronteggiare una situazione molto ostica.

Stellantis, bloccata la produzione a Cassino

Il gruppo Stellantis vanta la presenza di numerosi stabilimenti di produzione in Italia, ma non è che essi stiano vivendo un periodo di grande forma. Dopo il disastro di Mirafiori, ora è tempo di bloccare la produzione per 40 giorni anche per il sito di Cassino, in provincia di Frosinone, nella regione del Lazio. Si tratta di un chiarissimo segnale di allarme, ribadito anche dai sindacati, molto preoccupati dall’evolversi di questa vicenda.

Carlos Tavares CEO di Stellantis (ANSA) – Tuttipazziperilmotorsport.it

Secondo il parere della Cisl, la produzione sarebbe calata di quasi il 40% nel corso del primo semestre del 2024, con gli addetti ai lavori che diminuiscono e le casse integrazioni in costante aumento. Inizialmente, lo stop alla produzione di Cassino sarebbe dovuto durare 2 settimane, ma ora diventeranno ben 6, il che significa che la situazione dello stabilimento è in costante decadenza, e non c’è da essere ottimisti per il futuro.

Alle tre settimane di ferie per la chiusura estiva, si aggiungono periodi di cassa integrazione per tutti coloro che lavorano a Cassino. La produzione di veicoli è scesa a meno di 16 mila unità nel periodo gennaio-giugno, un crollo epocale che fa temere il peggio. Tra i motivi di questa crisi c’è la grande incertezza sui modelli futuri e sull’auto elettrica, che non sta producendo i risultati sperati. Ed ora può accadere di tutto.

Giovanni Messi

Giornalista pubblicista. Amante del motorsport e della scrittura, passioni che ho coniugato facendone il lavoro che amo. Non fermatevi mai davanti a nulla.

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