Mondo della Formula 1 in subbuglio a causa di un’accusa di razzismo mossa da uno dei venti piloti in griglia: ecco cosa è successo
L’estate è rovente e nelle ultime ore il paddock di Formula 1 lo è diventato ancora di più per un “caso” destinato a tenere banco anche nelle prossime settimane. Basti pensare che si tratta di accuse di razzismo mosse da uno dei protagonisti della griglia di partenza.
Il protagonista in questione è Guanyu Zhou, pilota cinese oggi in forza alla Stake Sauber. Il classe 1999 di Shanghai ha militato dal 2014 al 2018 nella Ferrari Driver Academy per poi passare, nel 2019, al programma Renault Sport Academy: un percorso che l’ha portato a debuttare in Formula 1 nella stagione 2022, a bordo dell’Alfa Romeo, precedente denominazione dell’attuale Sauber. Ed è proprio risalente al periodo dell’esordio l’episodio di cui Zhou ci ha tenuto a parlare, lasciandosi andare ad uno sfogo senza peli sulla lingua.
Formula 1, Guanyu Zhou si sfoga: l’accusa pesante del pilota cinese
Se ben ricorderete, il buon Guanyu fu annunciato dall’Alfa Romeo-Sauber nel finale del 2021 come sostituto dell’alfiere italiano Antonio Giovanazzi. Un’operazione, quella ufficializzata dal team di Hinwil, che generò parecchio clamore tra appassionati ed addetti ai lavori, nonché infinite polemiche: l’idea generale era che Zhou non fosse stato scelto per meriti sportivi bensì per interessi commerciali tra la scuderia e il mercato cinese.
Proprio questa idea generale, ampiamente esposta in programmi televisivi e sui social, ha toccato profondamente il pilota di Shanghai. Tanto da portarlo oggi – che ha la pelle un pochino più dura – a rilasciare le seguenti dichiarazioni.
“Quando ho firmato per l’Alfa Romeo ho dovuto subire diverse critiche legate al razzismo. Le persone non hanno seguito la mia carriera e si sono permesse di fare dichiarazioni senza senso”, ha esordito Zhou ai microfoni di The Race. “Ero terzo in F2 e avevo vinto quattro gare in quella stagione“, ci ha tenuto a sottolineare rispondendo direttamente a coloro che lo ritengono un ‘raccomandato’.
E in effetti, Zhou aveva dato ottimi segnali in cadetteria dimostrando di poter valere la Formula 1. Ma nella massima categoria, complice una vettura spesso poco competitiva, Guanyu non è riuscito a ritagliarsi un posto ai vertici delle classifiche e, al momento, non ha un sedile assicurato per il 2025. Nonostante ciò, le critiche e una concorrenza sempre più agguerrita, il cinese ci spera ancora: “Voglio restare in F1, anche se non penso a un possibile ruolo da terzo pilota. La mia mentalità è quella di ottenere un volante da titolare, ho la possibilità del 50% o più di avere un posto”. Staremo a vedere se qualcuno prenderà in considerazione la sua candidatura e quale risonanza avrà effettivamente la sua denuncia.