Per il gruppo Stellantis i problemi non si fermano, ed ora arriva anche un’altra mazzata. Ecco cosa è accaduto alla holding.
Non tira una bella aria in casa Stellantis, la holding di John Elkann che ha concluso il primo semestre del 2024 con un crollo sugli utili netti e sui ricavi, che su base annua stanno precipitando rispetto ad un anno fa. Il colosso italo-francese è in piena recessione, e potrebbe presto cedere qualche marchio, come ha annunciato lo stesso CEO Carlos Tavares nel corso di questi giorni, che è apparso molto preoccupato dalla situazione economica odierna.
Al giorno d’oggi, Stellantis vanta 15 brand al suo interno dopo il recente ingresso della cinese Leapmotor, e la Maserati è una delle grandi candidate ad uscirne, e potrebbe presto tornare sotto al controllo della Ferrari, come avvenuto già dal 1997 al 2005, con ottimi risultati. Per la holding multinazionale olandese i guai non sono finiti, ed ora l’ultimo allarme arriva direttamente dagli Stati Uniti d’America. Ecco cosa sta succedendo.
Al giorno d’oggi, il mondo delle quattro ruote è improntato verso la ricerca di soluzioni sostenibili ai motori termici, e quasi tutti hanno scelto di puntare sull’elettrico, Stellantis compresa, vista la volontà di vendere solo auto elettriche in Europa entro il 2030. Tuttavia, negli USA la holding vende ancora modelli con motore a gasolio, ed in particolare, stiamo facendo riferimento ai pick-up del brand Ram, che monta propulsori realizzati dalla Cummins, azienda con sede nello stato dell’Indiana.
Ebbene, Stellantis e Cummins sono state citate in giudizio dal procuratore generale dell’Arizona, vale a dire Kris Mayes, come riportato dal sito web “Carscoops.com“. Il problema è legato al fatto che questi modelli avrebbero delle emissioni superiori a quelle consentite, e sappiamo quanto, al giorno d’oggi, i motori diesel siano sempre sotto la lente d’ingradimento, e cose di questo tipo possono portare a pesanti conseguenze. I modelli protagonisti di questa problematica sono Ram 2500 e 3500 prodotti dal 2013 al 2019, con motore Cummins da 6,7 litri.
Secondo l’accusa, questi modelli sono stati pubblicizzati dalla Ram come alternative super green, nonostante la presenza del motore a gasolio, ma ora si pensa che siano stati prodotti con dei sistemi illegali di manipolazione delle emissioni, un caso simile al dieselgate che colpì la Volkswagen alla fine del 2015. Vedremo come si evolverà la vicenda, ma per la holding multinazionale olandese rischia di essere un’altra mazzata.
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