Un intoppo burocratico potrebbe trasformare l’acquisto di un’auto nuova in un’esperienza frustrante, mettendo a rischio gli incentivi statali tanto attesi.
L’acquisto di un’auto nuova dovrebbe essere un momento emozionante, un passo verso un futuro più sostenibile e tecnologico. Ma per molti italiani,questo sogno rischia di trasformarsi in un incubo burocratico. Gli incentivi statali, pensati per rendere più accessibili le auto elettriche e a basse emissioni, sono ora al centro di una complessa situazione che potrebbe lasciare molti acquirenti con l’amaro in bocca.
La promessa di un considerevole sconto all’acquisto, che ha spinto molti a optare per veicoli più ecologici, ora vacilla a causa di un intricato sistema di registrazione e demolizione dei veicoli usati. Il cuore del problema è in un processo apparentemente semplice ma che si sta rivelando un vero e proprio rompicapo: la rottamazione del vecchio veicolo.
Il labirinto burocratico della rottamazione
Il nodo è il Registro dei veicoli fuori uso (Rvfu), introdotto nel 2022. Dal 7 giugno scorso, tutti i veicoli destinati alla demolizione devono essere inseriti in questo registro. Sembra una procedura lineare, ma nella pratica sta creando un vero e proprio ingorgo amministrativo. Gli autodemolitori si trovano a navigare in un mare di difficoltà tecniche e burocratiche che rallentano, quando non bloccano completamente, il processo di radiazione dei veicoli.
Il risultato? Un potenziale disastro per i consumatori. Se la radiazione non viene completata entro 30 giorni, c’è il rischio concreto di perdere il contributo statale. Questo significa che chi ha acquistato un’auto nuova contando sullo sconto potrebbe trovarsi a dover pagare il prezzo pieno o, nel migliore dei casi, a dover restituire il veicolo senza alcun costo, come previsto da molti contratti.
Le cause di questi ritardi sono molteplici e spaziano da problemi tecnici a incongruenze nei dati. L’infrastruttura tecnologica ha frequenti inceppamenti e costringe gli operatori a ricominciare le procedure da capo. Il mancato rilascio dei certificati di rottamazione in formato digitale obbliga a ricorrere a metodi manuali, rallentando ulteriormente il processo. In alcuni casi, la piattaforma non riconosce gli allegati inviati, mentre in altri i dati della Motorizzazione e del PRA risultano disallineati, bloccando l’intera pratica.
Questa situazione mette in luce i limiti di un sistema che, nel tentativo di digitalizzarsi e automatizzarsi, finisce per creare più problemi di quanti ne risolva. L’ironia della situazione non sfugge agli addetti ai lavori: ciò che doveva essere un progresso tecnologico si sta rivelando un passo indietro rispetto ai metodi tradizionali, quando le pratiche venivano mandati avanti a carta e penna.