Pensi che Tesla sia la prima auto elettrica prodotta nel mondo? In realtà, noi europei ci eravamo arrivati molto prima. Ecco il modello segreto che non conoscevi.
Ad oggi le automobili elettriche sono una solida realtà che anzi, prende sempre più spazio su un mercato che un domani, nemmeno tra troppo tempo, sarà del tutto appannaggio di vetture green. Come spesso succede, i primi imprenditori che hanno avuto l’intelligenza – e i fondi – per investire in questo settore di mercato sono quelli che hanno fatturato una fortuna.
Prendiamo il nome più grosso di tutti ossia quello di Elon Musk, finanziatore di Tesla fin dai suoi albori ed oggi suo CEO. Il controverso imprenditore di origini sudafricane ha letteralmente costruito il suo impero con le automobili elettriche. Ma le cose sarebbero potute andare diversamente ed oggi, potrebbero esserci altri nomi al suo posto anche se la storia non si fa con i se e con i ma.
Nel corso del novecento tantissimi produttori europei tra cui BMW, Volkswagen e anche la nostra Fiat hanno tentato di produrre la prima automobile elettrica da produrre in serie nel continente ma lo scarso interesse verso questa tecnologia ed il fatto che i costi per un’automobile di questo tipo sarebbero saliti alle stelle hanno sempre bloccato sul nascere tali iniziative. E poi, c’è una casa che si è avvicinata a riuscirci più di tutte…
Andando in controtendenza con alcune rivali che vogliono sperimentare anche altri sistemi di propulsione, la casa scandinava Volvo ha annunciato da tempo che l’elettrico sarà la strada che deciderà di percorrere nei prossimi anni. Del resto con un passato simile, come potrebbe essere altrimenti? Nel 1976 l’azienda svedese presentò il prototipo Volvo Elbil, il primo vero tentativo di un’azienda europea di produrre un’auto elettrica tutta in serie.
La piccola vettura può anche essere considerata un’antenata della Smart visto che contrava due posti secchi ed una lunghezza di appena due metri e mezzo, nonostante un peso di due tonnellate abbondanti; il modello impiegava ben dodici batterie da sei volt, da qui il suo enorme peso ed aveva specifiche che al giorno d’oggi fanno sorridere: velocità massima pari a 69 chilometri orari e solo due ore di autonomia totale.
La piccola vettura si rifaceva alla meccanica della Volvo 240 con elementi presi direttamente da questo veicolo. L’esperimento fu un flop con nessuno sbocco sul mercato ma questo non impedì all’azienda di riprovarci nel 2007 con la Re-Charge, un altro esperimento simile dotata di motori Hi-Pa Drive in grado di operare con un motore termico. Insomma, è Volvo la vera pioniera nel settore, non Tesla.
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