Un brutto guaio ha colpito il marchio BMW, che dovrà reagire in fretta e trovare una soluzione immediata. Ecco i dettagli.
La BMW deve affrontare un brutto guaio, che da diversi anni a questa parte colpisce la maggioranza delle case costruttrici. Stiamo parlando della delicata tematica dei richiami, che sono legati quasi sempre a degli errori commessi in fabbrica, che vanno poi a riflettersi sull’utilizzo da parte dei clienti. Tuttavia, non mancano le occasioni in cui la colpa non è del costruttore delle vetture, ma di fornitori esterni, che causano problemi enormi ai clienti ed ai brand stessi.
In questi casi, al giorno d’oggi, i vari marchi non rischiano nulla, e preferiscono intervenire per evitare incidenti e gravi lesioni, anche a costo di privare i proprietari delle loro auto e causando gravi disagi. Nelle prossime righe, andremo alla scoperta della problematica che ha colpito la BMW, che dovrà ora vederci chiaro alla svelta per evitare grandi proteste da parte della sua numerosa clientela. Questa non ci voleva proprio.
BMW, scatta un richiamo di massa
Vi abbiamo detto come i richiami siano spesso causati da difetti di fabbrica dipendenti dai costruttori, che in altre occasioni sono invece incolpevoli. Ebbene, la BMW deve richiamare 1.357.944 modelli per via di un guasto all’airbag Takata, che sta dando non pochi problemi anche al gruppo Stellantis, che ha dovuto bloccare oltre mezzo milione di Citroen C3 e DS3 per via del medesimo guaio. In sostanza, questo airbag potrebbe provocare gravi lesioni in caso di incidente, facendo il contrario rispetto a quello che sarebbe il suo naturale compito.
La casa di Monaco di Baviera, per il momento, ha riscontrato questo problema su vetture immatricolate tra il 2003 ed il 2017, ma commercializzate solamente in Cina e non dalle nostre parti. Il guaio riguarda sia le BMW che le sue joint venture sparse per il paese del Dragone, ed è chiaro che in questi casi è bene intervenire sin da subito per cercare di limitare i danni ed i pericoli.
Di certo, non è un problema semplice da risolvere, soprattutto perché va a riguardare oltre un milione e 300 mila auto, ed è stato consigliato ai proprietari di non mettersi al volante per nessun motivo, così come già fatto da Stellantis. La Takata ha combinato un vero e proprio disastro, e nelle ultime settimane è finita sotto accusa anche per alcune cinture di sicurezza non conformi. L’azienda giapponese è nei guai fino al collo.