È grazie alla progenitrice se oggi possiamo apprezzare le doti dinamiche dell’attuale berlina marchiata Alfa Romeo
Gli Alfisti più intransigenti scelsero di mettere un punto definitivo sul futuro del tanto amato marchio di Arese il giorno in cui il gruppo Fiat acquisì le quote dell’Alfa Romeo nel lontano 1986. Loro considerano la 75 l’ultima “vera Alfa”, canto del cigno del celebre schema con cambio transaxle, trazione posteriore e ponte De Dion. Nel 1992 venne presentata la sua erede la 155, prima Alfa Romeo prodotta sotto il controllo degli ingegneri di Torino, e accolta con tiepidi consensi.
Solo e in parte venne presa con maggiore considerazione dopo i successi ottenuti nei campionati gran turismo come il DTM con la versione V6 TI, ma i ricordi dei tempi che furono erano ancora troppo nitidi soprattutto per gli Alfisti più datati. Ma la novità che avrebbe risollevato le sorti dello storico marchio del Portello era vicina al debutto e oggi, a quasi 30 anni di distanza, possiamo considerarla la progenitrice di una serie di berline sportive che ci ha portato oggi ad apprezzare la Giulia dei tempi moderni.
Alfa Romeo 156, salvatrice di una tradizione
Alfa Romeo è famosa e apprezzata in tutto il mondo per la sua capacità di riuscire a produrre berline di alto livello sportivo e dinamico, ma al contempo utilizzabili tutti i giorni come auto di famiglia. Senza elencare una infinita lista di celebri berline iconiche del passato glorioso del Biscione, ci catapultiamo direttamente nel 1997, anno in cui venne presentata al mondo la nuova berlina sportiva di Alfa Romeo, la 156.
La nuova tre volumi milanese aveva l’arduo compito di far dimenticare in fretta la parentesi poco felice della 155 che andava a rimpiazzare e di far rivivere agli automobilisti appassionati di guida le sensazioni sportiveggianti tipiche del marchio di cui si fregiava. La nuova berlina di segmento D venne presentata alla platea internazionale a Lisbona nel 1997 e vinse il prestigioso premio di “Auto dell’Anno” 1998. Il successo fu immediato, con circa 700mila esemplari venduti in 8 anni di onorata carriera.
Certo, non c’era più la tanto amata trazione posteriore, ma le soluzioni tecniche messe a punto dagli ingegneri Alfa Romeo avevano fatto in modo di far rifiorire le doti dinamiche e sportive tanto richieste dagli appassionati del marchio. Oltre alle eccellenti doti dinamiche, anche l’aspetto estetico era affascinante: una linea morbida e senza tempo, con espliciti richiami al glorioso passato. È anche grazie a lei se oggi possiamo permetterci di apprezzare, con la moderna Giulia, la sportività di primo livello degno del marchio che compare orgoglioso nel bel mezzo dell’iconico trilobo Alfa Romeo. La 156, infatti, è stata sostituita negli anni prima dalla 159 e poi proprio dalla Giulia che ne prosegue la tradizione.